La Contessina Julie

di August Strindberg

Con Elisa Maestri, Gabriele Franchi, Rossana Candellori

 

Scenotecnica Tommaso Tosti

 

Scene e Luci Pietro Cardarelli

 

Aiuto Regia Valter Finocchi, Romana Romandini

 

Regia ed Elaborazione Drammaturgica Alessandro Marinelli

August Strindberg scrisse La contessina Julie nel 1888. Ciò che rende questa pièce ancora oggi così attuale non è tanto l’immagine disinibita e spregiudicata della giovane protagonista, quanto la sua incapacità di dare un orizzonte concreto al proprio futuro, la difficoltà di guardare responsabilmente al domani, l’impossibilità di compiere scelte consapevoli. Il gioco al massacro che Julie innesca col suo domestico Jean è infatti l’epilogo tragico di una vicenda che affonda le sue radici ben più lontano, nell’inferno familiare in cui è cresciuta, nel vuoto d’affetto che l’ha circondata. Queste vuoto, Julie lo ha assorbito dentro di sé, lo ha assimilato come un morbo, lo ha interiorizzato senza poterlo contrastare, ed ora è un essere mutilato, incapace di comprendersi e quindi di crescere, di sbocciare come donna. Non riuscendo a decifrare la reale natura dei suoi desideri, le è impossibile agire in piena coscienza: tutto ciò che fa, lo fa d’istinto o per capriccio. Ma dietro l’aggressività che dimostra si cela un grido di disperazione, una richiesta d’aiuto, che nessuno tra coloro che le sono più vicini è in grado di avvertire.